La suzione non nutritiva: mettere il “dito in bocca” può danneggiare i denti?

Succhiarsi il pollice e mettere un dito in bocca (o altre parafunzioni in cui si vede la suzione non nutritiva di un oggetto) è un’abitudine molto diffusa tra i bambini piccoli. Perché un neonato  in primis e in bambino successivamente si mette il dito in bocca? Quali sono le conseguenze negative che può avere quest’azione?

Se non si riesce ad interrompere tempestivamente su questa  abitudine viziata, il rischio è di sviluppare malocclusioni è molto elevato se non certo.

Perché un neonato si mette il dito in bocca? 

L’attività di succhiare è un gesto istintivo perché il bambino succhia il seno, il biberon, il ciuccio e poi… anche il pollice. Il neonato passa una fase di esplorazione del proprio corpicino che è funzionale a ”comprendersi” nello spazio. Successivamente, intorno ai sei mesi il neonato percepisce l’eruzione dei denti decidui a partire dagli incisivi centrali inferiori e la lacerazione che essi provocano fa si che il bambino percepisca dolore e cerchi di placarlo con la suzione. La suzione ha anche una componente psicologica di rilassamento che fa si che il bambino trovi una sorta di “sedazione” e si rilassi nell’atto di suzione non nutritiva. 

In relazione a questo comportamento “mettersi il pollice in bocca” è un gesto che nella quotidianità ha assunto un significato ben specifico volendo indicare un atteggiamento infantile quando gli adulti fanno questo gesto di mimo.

Quando il succhiamento è prolungato nel tempo e frequente durante la giornata può compromettere il corretto sviluppo delle arcate, la corretta posizione e funzionalità della lingua, la competenza labiale, la contrazione della muscolatura periorale e non soltanto il posizionamento dei denti, che è l’aspetto per cui di solito i genitori si rivolgono agli specialisti vedendo la dentatura slivellata e un sorriso non grazioso. 

Perché i bambini succhiano il pollice?

Quando il feto si porta il pollice alla bocca riesce a regolarizzare il battito cardiaco e i ritmi sonno-veglia, oltre che abituarlo alla suzione dell’allattamento. In generale succhiarsi il pollice è un’attività che calma e tiene lontane alcune sensazioni ed emozioni negative e permette di scaricare la tensione e allontanare quel senso di solitudine. 

Succhiarsi il pollice può essere considerata una normale abitudine del bambino per i primi sei mesi di vita e, volendo allungare la tolleranza, fino ai tre anni. A partire da quest’età, i genitori devono agire per modificare il comportamento del bambino e rivolgersi ad uno specialista affinché si possano valutare gli eventuali danni a carico orale che l’abitudine viziata può aver provocato.

I bambini, prolungano il succhiamento per la sensazione di appagamento, di rilassamento che rimane nella memoria derivante da quando erano neonati.   

Succhiarsi il pollice e in generale mettere il dito in bocca fa male ai denti: perché?

In primis dobbiamo pensare che le mani seppur pulite e lavate con frequenza sono veicolo di molti germi e batteri e introdurle nel cavo orale fanno si che si introducano quest’ultimi all’interno dell’organismo per cui questa osservazione dovrebbe farci riflettere sulla volontà che abbiamo di introdurre germi e batteri nel nostro corpo o farlo fare ai nostri bambini. 

 In secondo luogo il succhiamento non nutritivo, per cui l’azione di succhiarsi il pollice crea, come abbiamo detto, crea delle complicazioni e conseguenze negative sulla salute orale dei bambini che se non intercettate per tempo e affrontate con gli adeguati mezzi può provocare malocclusioni anche di carattere severo, difficili poi da trattare.

La cosa che maggiormente si nota è un palato stretto, un’arcata superiore non allineata e spesso la difficoltà che hanno i bambini nell’addentare gli alimenti e strapparli poiché lo spazio tra le arcate a livello anteriore è eccessivo (il morso aperto anteriore)

Riassumendo le problematiche dentali  associate all’abitudine viziata sono:  

  • Morso aperto anteriore 
  • Morso crociato posteriore perché l’arcata superiore collassa
  • Palato stretto (ricordiamo che ci serve lo spazio per la lingua!)

Come convincere un bambino a smettere di succhiarsi il pollice

Un approccio “dialogante” può essere la soluzione: quando il bambino porta il dito in bocca (ma possono essere anche altri oggetti), gli si dice che “non si fa”, accompagnando il divieto con una spiegazione del perché gli potrebbe fare male, spesso le foto delle conseguenze che possono crearsi o farlo riflettere sul fatto che non potrà più addentare un alimento che gradisce particolarmente sono strategie che ci vengono in aiuto.

Altro metodo è quello di distrarlo dalla suzione proponendogli attività diverse: la lettura (leggere insieme un libro di favole facendoglielo tenere in mano affinché le dita siano occupate nella presa) o il rinforzo positivo per cui premiare i progressi raggiunti ponendosi degli obiettivi e tenendone un diario.  

Se i metodi domiciliari dovessero essere fallimentari l’aiuto di uno specialista in ortodonzia o odontoiatria pediatrica è fondamentale perché l’intervento di una persona esterna al nucleo famigliare, autoritario che da delle indicazioni solitamente viene rispettato in maniera totalmente diversa dai bambini (come ad esempio le regole e norme che devono seguire negli istituti scolastici).

Sarà compito dello specialista identificare il problema, analizzare la situazione clinica e proporre un’adeguato approccio terapeutico che come obiettivo si prepone la salute orale e lo sviluppo adeguato della cavità orale.

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