L’apparecchio di contenzione

“La fiducia è bene, il controllo è meglio” (V.I.U. Lenin)

“Fidati di Allah, ma prima lega il tuo cammello” (Osho)

Cosa si intende per contenzione?

In medicina la contenzione è l’immobilizzazione applicata a una parte del corpo per mantenerlo nella sua sede anatomica. Per esempio una contenzione è il gesso che gli ortopedici applicano agli arti fratturati o slogati. La contenzione è anche l’atto sanitario effettuato in particolari situazioni psichiatriche per impedire che il paziente si faccia male.

L’apparecchio di contenzione

In ortodonzia la contenzione è la fase di stabilizzazione di una terapia ortodontica che segue la terapia attiva. Essa si rende necessaria perché nei tessuti di sostegno dei denti esiste una “memoria” della posizione originaria. A questo va aggiunto che la bocca è soggetta a moltissime forze muscolari da quelle delle guance, delle labbra e della lingua. Ogni giorno i muscoli agiscono ripetutamente sui denti appena allineati che non essendo ancora ben consolidati tenderanno a spostarsi facilmente. Per evitare lo sgradito fenomeno della recidiva si farà ricorso anche alla rieducazione muscolare. Si tratta di esercizi di riabilitazione specifici effettuati per armonizzare le forze con cui la lingua, le labbra e le guance agiscono sui denti. Anche se avrete effettuato la rieducazione è importante che al termine degli spostamenti dentali si applichi un adeguato apparecchio ortodontico detto apparecchio di contenzione. Consideriamolo come un promemoria su dove devono stare i denti appena allineati dal trattamento ortodontico.
La fase di contenzione può essere eseguita lasciando l’apparecchio fisso applicato per diversi mesi dopo aver raggiunto il risultato raggiunto. L’inconveniente di quest’opzione, poco gradita da chi non vede l’ora di liberarsi dall’apparecchio, è che l’igiene orale dovrà essere perfetta per non incorrere nel rischio carie.
L’alternativa più popolare sarà quella di costruire un dispositivo mobile trasparente, che dovrà essere portato durante la notte; tutte le notti.
Il periodo di contenzione non sarà mai breve e dipenderà dalla crescita residua del paziente. Solitamente si continuerà ad applicare l’apparecchio di contenzione a lungo sottoponendosi a regolari controlli.

Alcuni ortodontisti scelgono di bloccare alcuni denti tra loro con un filo metallico, solitamente il gruppo incisivo inferiore, incollato ai canini lungo il versante interno dei denti. In questo modo sarà possibile distribuire le forze che la lingua esercita su più denti che solidali tra loro saranno più difficilmente mobili. Così si impedirà alla memoria originaria di esprimersi. La stessa operazione a volte potrà essere eseguita anche sui denti superiori.
Negli anni potrebbe succedere che il materiale applicato si crepi e che si distacchino alcune parti da quello che tecnicamente si chiama splintaggio. In questo caso è sufficiente fare una riparazione o costruire una nuova contenzione.

La contenzione è a tutti gli effetti parte integrante della terapia; non si tratta di una fase che il paziente può decidere di fare o non fare. Un paziente che non vuole la contenzione e che vedrà i suoi denti muoversi, non potrà accusare l’ortodontista di aver eseguito una terapia inefficace perché solo la contenzione fungerà da stabilizzazione del risultato ottenuto. E’ attraverso l’apparecchio di contenzione che il risultato ortodontico si consolida. Ed ecco spiegato perché gli ortodontisti ambiscono a mantenere i rapporti con i proprio pazienti a lungo dopo averli trattati. Per lo stesso motivo fotograferanno spesso l’evoluzione del caso, per poter confrontare lo sviluppo e la crescita ossea con l’armonia del viso.
Mai come nel caso della contenzione, gli aforismi di Lenin e di Osho sono azzeccati: fidarsi del risultato raggiunto è bene perché gli specialisti in ortodonzia progettano e guidano quel risultato in anni di terapia. Ma il controllo è meglio per tenere supervisionato il risultato raggiunto attraverso l’applicazione puntuale dell’apparecchio di contenzione.

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