L’uso del ciuccio

La Madonna del Lucherino, datata 1506, è un dipinto di Albrecht Dürer che ritrae Gesù Bambino mentre tiene in mano un rudimentale succhiotto composto da un sacchetto di lino. Già a quei tempi era usanza intingerlo nel miele per calmare il bambino.

Lo scopo del ciuccio (succhiotto) è quello di calmare il pianto del neonato. I bambini piangono per comunicare il proprio malessere. Quando un neonato succhia il latte dal seno della madre prova piacere e senso di rassicurazione, di accoglienza, di soddisfazione del senso di fame e di soddisfazione del gusto. Tutte queste sensazioni placano il bambino e lo inducono al sonno.
La “suzione non nutritiva”, in altre parole l’ uso del ciuccio, stimola il ricordo di appagamento provata dal bambino durante l’allattamento che rallenta il battito cardiaco del bambino e fa calare la pressione arteriosa. E’ grazie a questo meccanismo che l’uso ciuccio calma il bambino. In certi casi il bambino provvede da solo a consolarsi succhiandosi un dito.

Nonostante tutto, né l’uso del ciuccio né la suzione del dito sono incriminati dagli specialisti in ortodonzia quanto lo è la frequenza e la durata dell’uso del ciuccio (o del succhiamento del dito)! Numerosi studi correlano il prolungarsi dell’uso del ciuccio o il vizio di ciucciarsi il dito, con anomalie della crescita e dello sviluppo del palato con inevitabili ricadute sulla masticazione e sulle funzioni della lingua.

Se volete trovare un ragionevole compromesso tra l’effetto consolatorio e una crescita armonica ed in salute, fate in modo che i vostri bambini non prolunghino l’ uso del ciuccio o del dito oltre i due anni e mezzo. Il primo limite va posto sulla frequenza dell’utilizzo del ciuccio. Fate in modo che il ciuccio sia usato solo durante la transizione tra lo stato di veglia e il sonno. Nel corso dei primi mesi di vita del bambino i pisolini sono ricorrenti e così anche l’uso del ciuccio sarà più frequente. Ma man mano che il bambino crescerà diminuiranno i pisolini e dovrebbe diminuire progressivamente anche l’uso del ciuccio. Crescendo si potrà accompagnare il bambino nel sonno attraverso il contatto diretto, come tenendogli la mano, o attraverso un oggetto di rassicurazione, come un pupazzetto, diminuendo progressivamente l’uso del ciuccio.

Il Paradiso dei ciucci

Verso i 3 anni portate a far visitare il bambino dallo specialista in Ortodonzia; egli vi dirà quanto rapidamente è necessario che la si faccia finita con l’uso del ciuccio. Nel nostro studio esiste “il paradiso dei ciucci”; si tratta di un vaso di vetro trasparente in cui i bambini depositano i loro succhiotti e ciucci spontaneamente, perché motivati a crescere e a diventare “grandi”

Esistono diverse tecniche e metodiche per scoraggiare l’uso del dito; tra questi ci sono metodi tra i quali alcuni coercitivi. Ma utilizzando metodi coercitivi e avendo successo si tratterebbe di una vittoria dell’ortodontista e non del bambino. Invece uno degli obiettivi che ci prefiggiamo nel nostro studio è far diventare l’abbandono dell’abitudine viziata un momento di crescita per tutti i bambini. Coinvolgendoli in questo percorso aumenterà la loro autostima.
Nessun genitore vuole consapevolmente creare problemi di crescita al proprio figlio, e nessun bambino capisce gli effetti collaterali che l’uso prolungato del ciuccio (oltre i tre anni) può comportare fino a quando non verrà loro spiegato per bene. E’ un equilibrio di vita familiare quello che si crea con l’uso del ciuccio. Il ciuccio rappresenta uno spazio di consolazione autonoma del bambino che così facendo solleva brevemente il genitore dalle azioni dirette sul figlio.

Se per caso vostro figlio ha usato o sta tuttora adoperando il ciuccio con intensità, oppure se avete il sospetto che i vostri bambini possano avere dei problemi di masticazione, rivolgetevi al vostro specialista in ortodonzia. Egli si occupa esclusivamente di problemi a carico della crescita di denti e ossa del viso, di armonia del volto, di masticazione e di estetica del sorriso; potrà fornirvi tutti i consigli per una efficace cura dei denti.

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