Trauma dentale, cosa fare?

L’età tra i due e quattro anni è una di quelle in cui il trauma dentale ha maggiore incidenza, particolarmente agli incisivi superiori. Quando i nostri bambini si trasformano in piccoli esploratori essi si avventurano in imprese che ogni tanto finiscono con una caduta associata a un bel trauma sui denti davanti; sono episodi necessari per vivacizzare la loro esistenza e quella dei loro genitori.

Il trauma dentale è molto “scioccante” dal punto di vista emotivo; la caduta in avanti e il colpo al volto sono così repentini che il bambino non riesce a proteggersi mettendo le mani avanti.
Il trauma dentale può essere diretto o indiretto; nel primo caso l’effetto è subito visibile perché si spezzano uno o più denti anteriori o addirittura questi si staccano dalla loro sede restando per terra. Poi ci sono i traumi indiretti come quelli al mento che per il contraccolpo fa chiudere la mandibola così forte da provocare problemi ai denti a distanza di uno o più giorni.
Gli incisivi superiori sporgenti hanno una maggiore probabilità statistica di rompersi durante una caduta. Quando gli incisivi superiori sono sporgenti essi sono il sintomo di una masticazione scorretta e di un problema ortodontico serio. Se i vostri figli avessero i denti sporgenti prendete seriamente in considerazione l’idea di portarli in visita da uno Specialista in Ortodonzia per una valutazione; ridurne la sporgenza sarebbe una ottima iniziativa che ridurrà della metà il rischio che i loro incisivi si rompano durante una caduta.
Cosa fare se si rompe un dente per una caduta?
Dopo aver prestato adeguato soccorso all’infortunato (non si rompono solo i denti durante una caduta) cercate il pezzo fratturato mancante. Non è determinante trovarlo, i materiali per le ricostruzioni dentarie moderne consentono restauri ad alto valore estetico e di grande resistenza, tuttavia se si trova il frammento è meglio riattaccare il pezzo di dente rotto.
I denti possono ricevere un trauma anche mordendo qualcosa che sia troppo duro per i nostri denti.
Il trauma dentale non comporta solo conseguenze estetiche, ma può provocare anche una sofferenza del tessuto interno al dente fino a provocarne quella che comunemente si chiama “morte” del dente, meglio definita come necrosi dei tessuti pulpari. Il dente è un organo vitale, dotato di nervi, connettivo e vasi, un trauma importate, quando non provoca la frattura del dente, può comportare comunque una sua lussazione a cui fa seguito un forte shock a livello della polpa dentale che a causa di questa sofferenza può morire. I denti che perdono vitalità, anche a distanza di tempo dal trauma, diventano più scuri; sono spesso chiamati denti neri.

Quando ci si reca da un dentista a seguito di trauma dentale, egli eseguirà sempre una radiografia, un test di vitalità del dente infortunato e alcune fotografie della situazione. Lo scopo è quello di verificare che il colpo non sia stato tale da compromettere la vitalità del dente e documentare la situazione. Nel caso in cui il dente abbia perso del tutto la vitalità, si renderà necessario procedere alla devitalizzazione del dente perché il tessuto presente nel dente morto, diventerà terreno ideale per la infezione batterica che può portare a granulomi e ascessi.
Ecco quindi che i traumi dentali non vanno mai sottovalutati anche se non si vedono fratture dirette dei denti. In caso di cadute portate i vostri bambini dal dentista, che valuterà l’entità e le conseguenze dei traumi e troverà il rimedio adeguato. Una valutazione ortodontica si rende necessaria per valutare in che modo il trauma che ha spostato un dente può aver alterato l’equilibrio della bocca e la masticazione e se è il caso di intervenire.

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