Anno dopo anno, sempre di più… Care & Share

Ormai è una tradizione consolidata, gli amici lo sanno; da cinque anni, mia moglie ed io, appena possibile, appena riusciamo a sottrarre al lavoro alcuni giorni, oppure durante le nostre vacanze, almeno un paio di volte l’anno, ci trasferiamo in India per dedicare una parte della nostra vita ai bambini di strada, orfani o abbandonati, sostenuti dall’Organizzazione no-profit Care & ShareCare & Share si occupa da venti anni dei bambini poveri del distretto di Krishna, vicino alla città di Vijayawada, nello stato dell’India sudorientale dell’Andhra Paradesh. L’India è una terra dai forti contrasti. La crescita economica, per il 10% della popolazione, corre alla velocità del 7.5% in più di PIL. Per gli altri, per chi è vittima del regime delle caste, per chi nasce nelle baracche degli slums o nei villaggi spersi nelle campagne, per chi è povero, nulla cambia. Lo sa bene chiunque ci sia stato in India.
L’India, con i suoi colori, con i suoi sapori, con le sue puzze, con i pugni emotivi nello stomaco, somministra sensazioni così intense che non possono lasciare indifferenti. Anzi, questi contrasti ti ammaliano e ti seducono come un cobra prima di catturare la sua preda. Così anch’io sono rimasto preda di questo ammaliamento, soprattutto siamo rimasti ammaliati dai bambini.
Quindi Patrizia ed io ci siamo ritagliati quindici giorni di questa fine inverno per tornare ad immergerci nella dimensione di Care & Share cercando di fare la nostra parte. Cerchiamo di dare un piccolo aiuto, io come medico dentista, mia moglie come donna, come mamma, come imprenditrice, come “problem solver”, consapevoli entrambi che il nostro è un piccolo apporto di amore e cura rispetto all’enorme bisogno che questi bambini hanno. Per chi voglia saperne di più, per chi voglia una descrizione cruda di cosa facciamo in India, potete connettervi al blog www.pattindia.com per leggere il racconto completo delle nostre esperienze.

Ci accompagna in questa arricchente esperienza umana l’amico Erminio Rotunno, prezioso amico e collega pugliese.
Il destino è bizzarro; Carol Faison, colei che ha voluto, che ha creato, che ha promosso e ha guidato Care & Share dalla nascita alla maturità, colei che ci ha coinvolti in questa esperienza è mancata proprio quest’anno, a seguito di una lunga malattia. Carol si è spenta il giorno stesso del nostro arrivo, a poche ore dal nostro atterraggio in India, quasi come se ci aspettasse. Per la prima volta i Campus degli orfanotrofi di Care & Share sembravano vuoti, nonostante le migliaia di bambini vocianti. Carol è morta il 27 febbraio ed è stata cremata il 1 marzo, in una dolce e calda mattinata della tarda primavera indiana, lungo le rive del Krishna River. Migliaia di persone hanno pianto il suo addio perché Care & Share da quando esiste ha già dato assistenza a più di 19.000 bambini di strada che ora vivono a lavorano avendo ricevuto una educazione oltre che un pasto quotidiano. Carol Faison, circondata dai suoi bambini e dalle centinaia di volontari coinvolti nel progetto Care & Share, ci ha lasciato un sogno da continuare, un ideale da perseguire, un impegno da proseguire. Così abbiamo fatto, abbiamo raccolto il suo testimone, noi e altri centinaia. Così i 15 giorni delle nostre vacanze sono trascorsi prendendoci cura dei piccoli, dedicando tempo alle cure odontoiatriche, insegnando loro a lavarsi i denti, coccolandoli e giocando con loro, portando loro un sorriso, montando le zanzariere per i piccoli in attesa della stagione delle piogge, vaccinando i bambini, aiutando la sartoria a migliorare la propria produzione e facendo mille altre cose.
Il nostro impegno è anche quello di riportare la nostra testimonianza qui in Italia dove nonostante la crisi e la paura del futuro si sta ancora bene. Con solo 1 euro al giorno ognuno di noi potrebbe sponsorizzare il percorso scolastico di un bambino rendendolo autonomo. Collegatevi al sito www.careshare.org per sapere come donare, come sponsorizzare, per saperne di più.

Ogni volta che torno in India è una festa. Rivedere i bambini ed i ragazzi che crescono, sempre troppo velocemente, è commovente. Crescono di età, di altezza, le ragazze si sviluppano, i loro studi procedono. Talvolta succedono cose tristi. Quest’anno due storie mi hanno colpito molto. Una a lieto fine ed una proprio no. Entrambe hanno come epicentro il dispensario di Daddy’s Home, l’orfanotrofio dove alloggiamo di solito. Il dispensario che si chiama Asha Kiran ospita lo studio dentistico dove passo la maggior parte del mio tempo quando sono laggiù. Presso il dispensario sono anche ricoverati i bambini ammalati in attesa di guarigione.

La prima storia riguarda Say Kumar, un ragazzo siero positivo di tredici anni. Say Kumar è diventato orfano all’età di sei anni mentre sua madre dava alla luce il fratello. Il padre dopo qualche tempo si è risposato, ma in casa non c’era spazio per i figli del precedente matrimonio. Per questo Say Kumar è stato affidato alle cure di Care & Share. Nel corso dello scorso anno il ragazzo ha iniziato a stare male, la cosa è andata avanti per mesi, ma i dottori consultati non sono stati in grado di capire cosa avesse. Alla fine, durante le vacanze natalizie Say Kumar è caduto privo di sensi in coma. Durante il ricovero gli è stato riscontrato il diabete di tipo 1 (insulino dipendente). Dopo un periodo di assestamento il ragazzo si è ripreso; proprio mentre eravamo laggiù è stato dimesso dal dispensario ed è potuto tornare al suo alloggio in modo da riprendere la sua vita con gli amici e la frequenza a scuola. Da diabetico.

La seconda storia riguarda Satish, storia senza lieto fine. Appena arrivato all’orfanotrofio, il 27 febbraio, come faccio sempre, sono andato al dispensario per salutare le infermiere e per salutare i ricoverati. Quest’inverno ci sono stati diversi periodi di affollamento a causa di varicella e influenza, ma ora con l’estate in arrivo ( in India l’estate va da Marzo a Giugno) i bambini ricoverati erano davvero pochi. Tra questi il caso più serio era quello di Satish. Si trattava di un bambino di 17 anni ( bambino perché nonostante l’età pesava 35 kg) siero positivo a cui era stata da poco diagnosticata una cardiomiopatia dilatativa apparentemente inoperabile. Mentre gli altri bambini cenavano allegri, Satish l’ho trovato riverso nel suo letto, molto poco reattivo, nessun sorriso, solo qualche lamento per il dolore al petto e la stanchezza. Sono andato a trovarlo tutti i giorni e grazie all’assistenza e le cure della pediatra Valeria che ha condiviso con noi il periodo in India, sembrava che Satish si stesse riprendendo. Il giorno della partenza l’ho salutato, sorrideva finalmente in piedi sotto il portico dell’Asha Kiran. Dopo due giorni l’annuncio triste: “nella notte Satish a causa di un improvviso peggioramento non è sopravvissuto al ricovero di urgenza”.

INDIA madre generosa e crudele, tu dai e tu prendi, senza curarti del destino dei tuoi figli. Che a Satish, anima gentile, la terra sia lieve; poco ha avuto dalla breve vita. Chissà che il suo sacrificio motivi qualche buon cuore a sostenere i bambini poveri dell’India tramite Care & Share (www.careshare.org). Il mio impegno è anche quello di verificare che ogni centesimo versato vada solo per l’assistenza e per l’istruzione dei bambini.

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